giovedì 11 maggio 2017

Annusatori e Robo-erotizzati (umani a metà)





flirt [der. di (to) flirt «corteggiare, civettare», in origine «imprimere moto con urto o movimento improvviso»], usato in ital. al masch. – Tipo di relazione amorosa, di solito a carattere idillico-sentimentale, fatta di schermaglie amorose, di incontri romantici, per piacevole passatempo e senza intenzioni serie: avere un flirt; è stato solo un flirt.  (fonte: Treccani)


Pare che il corteggiamento fine a se stesso sia il modello relazionale prevalente del mio tempo. Fine a se stesso vuol dire che è un tipo di relazione che non prelude all’incontro sessuale, né tantomeno ad una relazione stabile di reciproco impegno. Dove per impegno intendo la donazione di sé e l’investimento emotivo, non necessariamente esclusivi. Almeno è ciò che sostiene Alain de Botton, nella sua rubrica “School of life” su Internazionale, spingendosi a teorizzare che il flirt, questo tipo di relazione intrinsecamente inconcludente sia, oltre che diffuso, anche salutare. Una specie di valvola di sfogo che preserva la stabilità sociale, gratifica le persone senza esporle a rischi. Insomma due vanno a pranzo, si scambiano due occhiate e un sorriso, fanno un paio di battute allusive e poi tornano a casa pensando: “hey, ho fatto colpo. Sono davvero fico”. “Caaaavolo, ma allora nonostante le rughe sono ancora una donna seduttiva. Con quel vestito rosso faccio ancora la mia figura”. E possono reinserirsi nel loro schema sociale corroborati da nuova fiducia in se stessi. Tutto questo conserverebbe la stabilità, tutto sommato a buon mercato (se il conto del pranzo non è stato troppo esoso). Così, spiega de Botton nel video, si può giocare a illudersi di poter fare ciò che una società in realtà sempre più conformista non permetterebbe. Perfino un amministratore delegato potrebbe mettere in scena una relazione con la donna delle pulizie senza viverla davvero. Certo, poi che penserebbe il CdA? Non sarebbe appropriato. Non sarebbe conforme.

Quando ho visto il video ho pensato due cose. La prima è che coglie un modello molto diffuso nella società che vivo. Insomma, il de Botton mette il dito sopra un elemento cruciale delle relazioni contemporanee. Bravo. La seconda è che mi sento molto distante da questa modalità e non sono neppure sicuro che sia salutare. Il flirtatore mi fa pensare a qualcuno che pensa di poter annusare senza mangiare, nutrendosi degli aromi olfattivi e dell’immagine mentale che essi suscitano richiamandosi al cibo reale, illudendo la sazietà. Gli “annusatori” godono della proiezione di un oggetto reale come surrogato dell’immersione integrale nella verità – anche materiale – di esso.

Allora il mio tempo è quello della fuffa e dell’aria fritta, dei rapporti virtuali e telematici, dei contatti mediati e non diretti, dell’eros simulato, recitato, scimmiottato e mimato ed è un tempo che mi aliena.

Non nego che il corteggiamento sia stimolante e che l’allusione sia intrigante. Ma è il mezzo e non il fine. Gli umani – nell’attuale fase evolutiva, poi chissà come sarà fra centomila anni, eventualmente – sono ancora fatti per mordere, prendere, nutrirsi ed appagarsi usando il corpo oltre che la mente. Cioè servendosi dell’accoppiata fra i due per elevarsi o, talvolta, consolarsi attraverso il piacere.

Sempre Internazionale ha pubblicato un servizio sui robot fatti per il sesso, un prodotto che sembra prenderà molto piede nei prossimi anni. Femmine tutte-tette che "sono come tu mi vuoi" e falli senza fallo, che non temono defaillance. 
Nutro qualche dubbio circa le potenzialità di diffusione, ma se dovesse arrivare anche solo al 15% della domanda di pornografia sul web, saremmo di fronte ad un fenomeno di larga scala. E' interessante la levata di scudi delle donne nei commenti al video. Ma che vi sentite in competizione?

Il mio è anche il tempo del politicamente corretto e delle fighette contro cui si scagliava Clint. La verità, intesa come ricerca del vero nelle cose e non necessariamente come “dire la verità”, non è un valore granché apprezzato. Il mio è il tempo della solitudine e di quelli che, pur di non affrontare il reale, preferiscono fottere un robot. 

I robo-erotizzati sono la tipologia umana speculare e gemella degli annusatori: quelli tutta testa senza corpo, gli altri tutto corpo senza testa. Provo pietà e rabbia per entrambi.

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Tornerà la moda dei vichinghi,
torneremo a vivere come dei barbari.
Friedrich Nietzsche era vegetariano,
scrisse molte lettere a Wagner
ed io mi sento un po' un cannibale e non scrivo mai a nessuno,
non ho voglia né di leggere o studiare,
solo passeggiare sempre avanti e indietro lungo il Corso o in Galleria,
e il piacere di una sigaretta per il gusto del tabacco, non mi fa male.

Tornerà la moda sedentaria dei viaggi immaginari e delle masturbazioni;
I'analista sa che la famiglia è in crisi, da più generazioni,
per mancanza di padri,
ed io che sono un solitario non riesco; per avere disciplina ci vuole troppa volontà.
Mi piace osservare i miei concittadini specie nei giorni di festa
con bandiere fuori dalle macchine all'uscita dello stadio
e mi diverte il piacere di una sigaretta per il gusto del tabacco.

(Franco Battiato, “Tramonto occidentale”, 1983)






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