lunedì 22 aprile 2013

Ora avanti....



Dopo gli ultimi atti parlamentari, non ho dubbi che sia chiaro a tutti chi tra le forze in parlamento vuole cambiare l'Italia e provare - pur procedendo tra errori e buoni risultati - ad imprimere una sterzata rispetto agli ultimi vent'anni e chi invece vuole evitarlo. Mi è meno chiaro lo scenario presso l'elettorato: infatti, se c'è una quota di cittadini che ha votato "pd" confidando in una svolta politica (platealmente disattesa), ce n'è un'altra che ha votato "pd" riconoscendovi una forza fondamentalmente conservatrice. In sostanza il desiderio di conservazione potrebbe essere maggioritario presso l'elettorato, dando per scontato che il voto per pdl e per Monti fosse animato dalla convinzione di restare in linea con i governi del passato. Ció che è certo è che, come dice il giornalista Marco Travaglio qui di seguito, ora la maschera dei finti progressisti è caduta e alle prossime elezioni amministrative, politiche, europee, sapremo chi votare o non votare se vorremo cambiare la politica, l'economia, l'Italia. 
In questo senso, quindi, gli ultimi giorni hanno fatto chiarezza, oltre che realizzato una poderosa restaurazione consociativa di stampo berlusconiano. È una consolazione, anche se magra. Ora i restauratori, ne sono certo, lavoreranno per accreditare agli occhi dell'opinione pubblica il "nuovo" assetto e parallelamente screditare i promotori di una svolta. Lo faranno utilizzando il monopolio dei vecchi media e c'è da giurare che riusciranno a convincere molte persone. Già mi pare di sentirne gli argomenti: "la credibilità internazionale, la competenza, Napolitano che in fondo non è poi un cattivo presidente, la Boldrini che è una faccia pulita....".
Si può resistere solo impegnandosi a guardare oltre, usando la rete, mantenendosi svegli.

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"Da oggi Grillo ha una responsabilità infinitamente superiore a quella di ieri. Non è più solo il leader del suo movimento, ma il punto di riferimento di quei milioni di cittadini (di centrosinistra, ma non solo) che non si rassegnano al ritorno dei morti morenti e rappresentano un quarto del Parlamento. A costo di far violenza a se stesso, dovrà parlare a tutti con un linguaggio nuovo. Senza rinunciare a chiamare le cose col loro nome. Ma senza prestare il fianco alle provocazioni di un regime fondato sulla disperazione, quindi capace di tutto".